L'ascolto empatico è un modo di ascoltare e rispondere agli altri che coinvolge una profonda comprensione emotiva. Questa forma di ascolto va oltre il semplice sentire le parole: si tratta di comprendere i sentimenti e le emozioni che stanno dietro le parole stesse. È un elemento fondamentale nelle relazioni interpersonali efficaci perché permette alle persone di sentirsi veramente ascoltate e comprese.
Partiamo da una semplice constatazione: la maggior parte delle persone non ascolta con l’intento di capire; ascolta con l’intento di rispondere.
Questa frase non è farina del nostro sacco, è tratta dalla regola numero 5 del libro The 7 Habits of Highly Effective People di Stephen R. Covey. Il libro, apparso in Italia con il titolo “Le 7 regole per avere successo” nel lontano 1989, rappresenta uno dei classici più duraturi nel campo della letteratura manageriale.
Ma, nonostante il suo successo come manuale, non si tratta di un manuale nel vero senso della parola, bensì di un approccio olistico che fornisce alcune linee guida su come vivere felicemente. Tale "metodo", quando applicato correttamente, aumenta la capacità di conseguire obiettivi sia personali che professionali e favorisce lo sviluppo di relazioni più solide, sia nella sfera privata che lavorativa.
Stephen R. Covey (1932-2012) è stato un'autorità di fama mondiale in ambito manageriale e di sviluppo personale. Attraverso i suoi libri e le conferenze, ha raggiunto milioni di persone. Il suo libro, "The 7 Habits of Highly Effective People", è stato tradotto in 40 lingue e ha venduto più di 40 milioni di copie.
Covey è stato anche cofondatore, insieme a Hyrum Smith, della Franklin-Covey, una delle principali società di consulenza per lo sviluppo della leadership a livello internazionale.
Tra i suoi altri lavori di successo pubblicati in Italia figurano "L'ottava regola" e "La leadership centrata sui principi".
Torniamo al tema dominante di questo articolo: la maggior parte delle persone, quando comunica, tende a focalizzarsi più sul parlare e su cosa dire piuttosto che sull'ascolto.
Covey ribalta il paradigma: sostenere che prima è necessario capire, e solo poi farsi capire, rivoluziona i paradigmi tradizionali della comunicazione. A ben vedere questo è un approccio alla comunicazione tanto semplice quanto rivoluzionario. E metterlo in pratica è più semplice di quanto si possa pensare: poni domande durante la conversazione, questo farà sentire l'interlocutore ascoltato, incentivandolo ad aprirsi e a comunicare in modo sincero e approfondito.
Di solito noi cerchiamo prima di tutto di farci capire.
Nella maggior parte dei casi, le persone non ascoltano con l’intenzione di capire; ascoltano con l’intenzione di rispondere. Parlano o, mentre “ascoltano” si preparano a parlare.
E, spesso, quando si preparano a parlare pensano a come filtrare qualsiasi cosa attraverso gli occhi della loro esperienza, inserendo la loro personale autobiografia nella vita degli altri.
Un esempio? A chi non è mai capitata una situazione simile a quella che Covey descrive con una visita oculistica?
Questo è l'errore fondamentale che commettiamo nelle conversazioni: offriamo soluzioni senza ascoltare attentamente, senza un vero ascolto. Giudichiamo senza realmente comprendere. E spesso ascoltiamo solo quello che già pensiamo di sapere. Ignorando, inoltre, tutte le comunicazioni non verbali che il nostro interlocutore ci invia.
Sapevi che in una conversazione le parole rappresentano meno del 10% del messaggio trasmesso? È per questo che i messaggi scritti sono spesso soggetti a fraintendimenti. Le parole, infatti, non sono in grado di trasmettere toni di voce o altri suoni.
Quando due persone non si capiscono ma desiderano farlo, spesso almeno una delle due suggerisce: "Incontriamoci e parliamone di persona". Questo perché, in una conversazione, il linguaggio del corpo incide per circa il 60%, i toni di voce e altri suoni per il 30%, e le parole per soltanto il 10%. Per questo motivo, spesso riusciamo a comprendere gli altri anche senza che questi pronuncino una parola.
L'ascolto empatico è un modo di ascoltare e rispondere agli altri che coinvolge una profonda comprensione emotiva. Questa forma di ascolto va oltre il semplice sentire le parole: si tratta di comprendere i sentimenti e le emozioni che stanno dietro le parole stesse. L'ascolto empatico, cioè un ascolto che presta attenzione a parole, gesti e toni vocali, ci permette di comprendere veramente l'altra persona, di guardare il mondo attraverso i suoi occhi.
Dando priorità all'ascolto empatico, forniamo all'individuo lo spazio psicologico necessario. Solo dopo aver ricevuto questa attenzione, la persona sarà realmente disposta ad aprirsi e, successivamente, ad ascoltare, facilitando così la risoluzione dei problemi.
La prossima volta che qualcuno si rivolge a te, metti da parte quello che stai facendo, posa il telefono e dedica tutta la tua attenzione al suo messaggio. Ascolta in modo empatico e cerca di comprendere appieno; solo dopo averlo fatto potrai formulare un'analisi e, se necessario, offrire un consiglio o una soluzione.
Ascoltare implica immedesimarsi, comprendere, verbalizzare i bisogni e le preoccupazioni dell'altra persona, facilitando la sua apertura e permettendole di esprimere i suoi timori e le eventuali conseguenze previste.
Quando ascolti, non basta solo tacere; è essenziale anche mettere in pausa i propri pensieri. Ascoltare significa resistere alla tentazione di formulare subito una risposta, prendendosi invece il tempo di comprendere veramente prima di reagire.
Ma non solo: questo concetto implica che per influenzare veramente qualcuno, è fondamentale prima comprendere a fondo la sua prospettiva, i suoi sentimenti e i suoi bisogni.
In sostanza, questo approccio comporta un ascolto in cui l'obiettivo non è solo rispondere o imporre il proprio punto di vista, ma essere aperti ad essere cambiati dalle informazioni e dalle emozioni condivise dall'altra persona.
In pratica, significa che dobbiamo essere disposti a essere modellati, almeno in parte, dalle interazioni che abbiamo con gli altri, per poter poi, a nostra volta, modellare efficacemente il nostro ambiente e le persone con cui interagiamo. Questo crea un ciclo di influenza reciproca che è fondamentale per le relazioni autentiche e profonde.
Dire che essere un buon ascoltatore implica aprirsi alla vulnerabilità significa riconoscere che un vero ascolto richiede più di una semplice ricezione passiva di parole. Ascoltare attivamente e con empatia comporta lasciare che le parole, le emozioni e le esperienze dell'altro influenzino i propri pensieri e sentimenti. Questo processo può renderci vulnerabili perché ci espone a idee, sentimenti e prospettive che possono sfidare o cambiare le nostre convinzioni e il nostro stato emotivo.
Quando ascoltiamo in questo modo, diamo all'altro la possibilità di avere un impatto significativo su di noi. Questo può comportare il rischio di sentirsi emotivamente esposti o incerti, ma è anche una componente chiave della crescita personale e della costruzione di relazioni profonde e significative. Ascoltare con vulnerabilità è un atto di coraggio che permette connessioni autentiche e reciproco arricchimento.
Nel GemuxHub abbiamo realizzato una guida per allenarsi ad ascoltare. Niente di complicato, sono solo una decina di domande che sarebbe il caso di porsi prima di intraprendere una qualsiasi conversazione. Ah… come ogni buon allenamento non basta farlo una volta sola… È la pratica costante che avvicina alla perfezione.
L'ascolto empatico rappresenta una chiave di volta nelle interazioni umane. Invece di precipitarsi a rispondere, dovremmo prima esercitare l'empatia, cercando di comprendere profondamente l'altro.
Attraverso un ascolto attento e consapevole, che considera parole, toni e linguaggio non verbale, possiamo realmente connetterci agli altri, superando incomprensioni e costruendo relazioni più solide e significative.
Questo approccio non solo arricchisce personalmente, ma trasforma anche il modo in cui influenziamo e siamo influenzati, portando a un'autentica crescita reciproca. Diventare ascoltatori empatici non è solo un'abilità, ma una scelta di vita che nutre ogni nostra interazione.
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