Continuiamo a parlare di addestramento militare. Questa infatti è la seconda parte di un articolo relativo al parallelismo tra addestramento delle forze speciali militari e i manager d'azienda. Per leggere la prima parte è sufficiente cliccare qui.
L'addestramento linguistico delle forze speciali è una componente critica della loro preparazione, permettendo ai soldati di operare con efficacia in contesti internazionali e multiculturali.
La capacità di parlare diverse lingue non è solo un vantaggio tattico, ma anche un ponte verso una migliore comprensione e collaborazione con le popolazioni e le forze locali. Questo aspetto dell'addestramento militare ha profonde implicazioni anche per il mondo professionale, specialmente in un'epoca caratterizzata da un'economia globale interconnessa.
Nel contesto delle forze speciali, la conoscenza linguistica va oltre la semplice capacità di comunicare; si tratta di comprendere contesti culturali e regionali che possono influenzare l'esito delle missioni. Ad esempio, parlare l'arabo o l’urdu non è soltanto utile per comunicare in Medio Oriente o in Afghanistan, ma è anche fondamentale per interpretare le sfumature culturali e sociali che possono avere impatti diretti sulle operazioni sul campo.
Parallelamente, nel mondo aziendale, la capacità di parlare le lingue dei mercati target può significativamente migliorare le operazioni e la penetrazione di mercato di una società. Ad esempio, un manager che parla cinese o giapponese può negoziare direttamente con i partner locali, costruire relazioni di fiducia più solidamente e comprendere meglio le esigenze e le aspettative del mercato locale.
Questo può tradursi in strategie di marketing più efficaci, migliori accordi commerciali, e un miglioramento generale dell'immagine aziendale all'estero.
La competenza linguistica offre numerosi vantaggi competitivi.
Nelle multinazionali, i professionisti multilingue sono spesso considerati per ruoli di leadership globale, poiché possono coordinare efficacemente il lavoro di diverse sedi internazionali. Inoltre, la conoscenza delle lingue straniere è spesso correlata con altre competenze trasversali, come la soluzione creativa di problemi e una maggiore flessibilità cognitiva.
Investire in educazione linguistica significa quindi non solo espandere le capacità individuali, ma anche rafforzare la posizione competitiva di un'intera organizzazione.
Così come per il corpo l'addestramento psicologico nelle forze speciali militari è progettato per rafforzare la mente. Questa componente prepara i candidati non solo a sopravvivere ma a eccellere in ambienti di alta tensione e incertezza. Analogamente, nel contesto professionale, la resilienza mentale e la gestione dello stress sono competenze fondamentali che possono decisamente migliorare l'efficacia lavorativa e il benessere personale.
La resistenza mentale implica la capacità di affrontare situazioni fisicamente e emotivamente estenuanti mantenendo un alto livello di performance. Questo è ottenuto attraverso una serie di tecniche di addestramento che includono simulazioni di scenario, esposizione graduale allo stress e tecniche di mindfulness. Queste metodologie sono progettate per aiutare i soldati a gestire meglio il panico, il dolore e la fatica, trasformando le reazioni istintive di stress in risposte controllate e strategiche.
Analogamente, nel mondo del lavoro, le tecniche di gestione dello stress imparate nelle forze speciali possono essere adattate per aiutare i dipendenti a gestire meglio i carichi di lavoro elevati e le scadenze imminenti. Tecniche come la respirazione profonda, la meditazione e la pausa attiva possono aiutare a mantenere la calma e la concentrazione anche sotto pressione.
Ma non solo. Durante l'addestramento delle forze speciali, i candidati imparano a fare scelte rapide e accurate sotto stress. Questo tipo di formazione può essere trasferito nel mondo aziendale per migliorare la capacità dei leader di prendere decisioni informate in situazioni critiche, senza lasciarsi sopraffare dall'ansia o dall'emozione.
Un aspetto chiave dell'addestramento psicologico, infine, è imparare a considerare il fallimento come un'opportunità di apprendimento. Le forze speciali sono addestrate ad analizzare e riflettere sugli errori per migliorarsi continuamente. Allo stesso modo, nel contesto lavorativo, è fondamentale creare una cultura aziendale che non solo tollera gli errori, ma li utilizza come strumenti di crescita personale e professionale.
L'addestramento psicologico delle forze speciali offre un modello robusto per sviluppare la resilienza mentale necessaria per navigare le sfide del mondo del lavoro moderno. Adottando e adattando queste tecniche, le organizzazioni possono migliorare significativamente la produttività e il benessere dei loro team, rendendo i loro dipendenti non solo più resilienti di fronte agli ostacoli, ma anche più capaci di gestire lo stress quotidiano in modo salutare ed efficace.
L'addestramento militare non si limita al solo aspetto fisico e psicologico, ma si estende anche a un'ampia gamma di competenze tecniche che vanno dalle tattiche di combattimento all'uso delle armi, fino alla sopravvivenza in condizioni ambientali estreme. Questo ampio spettro di conoscenze è essenziale per operare efficacemente in scenari vari e imprevedibili.
Analogamente, nel contesto professionale, il possesso e l'aggiornamento continuo delle conoscenze tecniche sono fondamentali per mantenere e accrescere la propria competitività nel mercato del lavoro.
Nel mondo delle forze speciali, ogni operatore deve avere una conoscenza approfondita delle armi che utilizza, delle strategie di combattimento e delle tecniche di sopravvivenza. Questo assicura che ogni membro del team possa fare affidamento non solo sulle proprie capacità ma anche su quelle degli altri, garantendo così la massima efficacia e sicurezza nelle operazioni.
Parimenti, in ambito professionale, possedere una solida base di conoscenze tecniche specifiche per il proprio campo di lavoro è importante. Che si tratti di software engineering, finanza, diritto o medicina, la competenza tecnica permette ai professionisti di eseguire il loro lavoro con precisione ed efficienza.
Il mondo è in continua evoluzione, e le tecnologie e le metodologie che erano all'avanguardia solo pochi anni fa possono diventare rapidamente obsolete. Nelle forze speciali, l'aggiornamento costante delle competenze è vitale per adattarsi alle nuove minacce e tecnologie.
Analogamente, i professionisti devono rimanere aggiornati con le ultime tendenze, strumenti e tecnologie nel loro settore. L'apprendimento continuo non solo aumenta la conoscenza e le capacità, ma apre anche la porta a nuove opportunità, migliorando la prospettiva di carriera e la soddisfazione professionale.
Per mantenere un alto livello di competenza tecnica, i metodi di apprendimento devono essere efficaci e adattivi. Le forze speciali spesso utilizzano simulazioni realistiche e formazione pratica per garantire che le lezioni siano ben assimilate e applicabili sul campo.
Nel contesto lavorativo, metodi simili possono essere estremamente utili. Workshop, seminari, simulazioni di scenario e altre forme di formazione pratica possono aiutare i professionisti a comprendere meglio e ad applicare le nuove conoscenze. Inoltre, la formazione formale, come corsi universitari o certificazioni professionali, può fornire una base teorica robusta che può essere poi applicata in contesti lavorativi reali.
Infine, proprio come in un'unità delle forze speciali dove l'apprendimento è parte integrante della cultura di squadra, le organizzazioni possono beneficiare enormemente dal promuovere una cultura del continuo miglioramento e apprendimento.
Incoraggiare i dipendenti a perseguire la formazione continua, offrire opportunità di sviluppo e riconoscere i successi educativi non solo migliora le competenze individuali, ma eleva anche l'intero standard professionale dell'organizzazione.
L'addestramento militare non è soltanto una preparazione per il campo di battaglia; è una metafora per il tipo di disciplina, resilienza, adattabilità e competenza che può essere imitata con successo nel mondo professionale.
Le lezioni apprese nell'ambito militare possono fornire ispirazione e strumenti per eccellere in qualsiasi carriera, promuovendo una cultura di eccellenza, preparazione e resistenza psicologica. I principi di un addestramento così rigoroso possono non solo ispirare ma trasformare la nostra vita lavorativa, elevando gli standard personali di successo e realizzazione.
--
La missione principale di GemuxHub, nell’ambito dell’open innovation, è promuovere il trasferimento tecnologico, implementando applicazioni pratiche e innovative. Questo risultato si ottiene attraverso la cooperazione con le istituzioni educative, inclusi scuole e università, e attraverso la sinergia con altri hub di innovazione. Chiunque (studenti, scuole, aziende, istituzioni, …) fosse interessato a conoscere di più di GemuxHub può farlo chiedendo un contatto
Otto punti per una vita vissuta nella felicità e nell'abbondanza
Rifiuto come rinascita: altre 4+1 lezioni da un esperimento di vita
Che differenza c’è tra il GemuxHub e la Casa Bianca?
Responsabilità e ruoli in azienda: sette aree chiave di risultato per valutarsi
L'addestramento per le forze speciali può ispirare la vita professionale e lavorativa?
L'addestramento delle forze speciali militari è rinomato per il suo rigore e l'intensità, e spesso viene visto come uno dei programmi più esigenti e completi al mondo. La sua natura multidimensionale, che comprende preparazione fisica, tattica, linguistica e psicologica, lo rende un esempio di eccellenza formativa.
Cosa possiamo imparare da questo tipo di addestramento per applicarlo alla vita professionale? In che modo le competenze e le discipline sviluppate nelle forze speciali possono ispirare e trasformare la nostra carriera lavorativa?
Nell'addestramento delle forze speciali militari, la preparazione fisica gioca un ruolo fondamentale, ma essa si basa non solo sull'esercizio fisico ma anche su un regime alimentare equilibrato e su un'adeguata gestione del riposo.
Analogamente, nel mondo professionale, è vitale mantenere una buona salute fisica per gestire lo stress e le lunghe ore di lavoro, particolarmente in professioni ad alta intensità come quelle nel settore finanziario, legale o per chi lavora nei servizi di emergenza (come ad esempio il Pronto Soccorso).
Un regime alimentare bilanciato è fondamentale per mantenere un alto livello di energia e concentrazione, elementi essenziali sia nell'addestramento militare che nella vita professionale. Le forze speciali seguono diete studiate per supportare un'intensa attività fisica e cognitiva, ricche di nutrienti essenziali, proteine per la riparazione muscolare, carboidrati complessi per l'energia, e grassi sani per il supporto ormonale e combattere le infiammazioni muscolari.
Analogamente, professionisti di ogni settore possono beneficiare enormemente dall'adozione di un'alimentazione che supporti il loro specifico carico di lavoro, migliorando non solo le prestazioni ma anche il benessere generale.
Il riposo è un altro pilastro della performance nelle forze speciali.
Durante l'addestramento, il sonno è spesso limitato per simulare condizioni di stress e insegnare ai soldati a operare efficacemente nonostante la fatica.
Tuttavia, la privazione del sonno non è sostenibile a lungo termine senza gravi conseguenze sulla salute. Nel contesto lavorativo, dormire un adeguato numero di ore ogni notte è vitale per mantenere la lucidità mentale, favorire la creatività, e gestire lo stress.
Studi hanno mostrato che la privazione del sonno può seriamente compromettere la capacità decisionale e aumentare il rischio di errori, rendendo il sonno di qualità non un lusso, ma una necessità.
Infine, anche se in maniera subordinata, il fitness rimane un elemento importante. L'esercizio fisico regolare aiuta a mantenere il corpo in salute e la mente affilata, incrementando l'energia e riducendo i livelli di stress. Nelle forze speciali, l'allenamento fisico è intensivo e mirato a specifiche esigenze operative.
Nel mondo del lavoro, un programma di esercizio adattato può aiutare a mantenere un alto livello di energia, a gestire meglio lo stress e a promuovere una sensazione generale di benessere.
La sinergia tra alimentazione, sonno e fitness che caratterizza l'addestramento delle forze speciali può essere un modello di ispirazione anche per i professionisti che cercano di ottimizzare le loro prestazioni lavorative. Adottando una dieta equilibrata, assicurandosi un riposo adeguato e mantenendo un'attività fisica regolare, è possibile non solo migliorare la produttività ma anche aumentare la propria qualità di vita.
L'addestramento tattico delle forze speciali non è solo un'esercitazione di strategie di combattimento, ma include anche un sofisticato approccio alla risoluzione dei problemi, al pensiero critico e alla leadership situazionale.
Queste competenze, sviluppate in un contesto di alta pressione e rischio, possono essere applicate efficacemente anche nel mondo aziendale e professionale. Ecco come gli elementi chiave dell'addestramento tattico militare possono ispirare e migliorare le capacità di gestione e leadership nel settore professionale.
Nelle forze speciali, la pianificazione strategica è essenziale per il successo delle missioni. Questo processo richiede un'analisi dettagliata dell'obiettivo, l'identificazione delle risorse disponibili, la valutazione dei rischi e la preparazione di piani di contingenza. Similmente, nel mondo aziendale, la capacità di sviluppare piani strategici tenendo conto delle variabili di mercato, delle risorse umane e finanziarie e dei potenziali ostacoli può determinare il successo o il fallimento di un progetto o di un'intera organizzazione.
Le forze speciali operano spesso in condizioni di risorse estremamente limitate, imparando a massimizzare l'efficacia di ciò che hanno a disposizione. Questa abilità si traduce bene nel contesto aziendale, specialmente in momenti di ristrettezze economiche o lavorando in startup che devono ottimizzare le risorse per sopravvivere e prosperare. Imparare a fare di più con meno e prioritizzare gli investimenti può essere la chiave per mantenere la competitività e l'innovazione.
Uno degli aspetti più critici dell'addestramento tattico è la capacità di prendere decisioni rapide e accurate sotto pressione. Questa abilità è fondamentale anche nel mondo aziendale, dove le decisioni devono spesso essere prese rapidamente per rispondere a cambiamenti di mercato o crisi aziendali.
Il training militare instilla un senso di calma e lucidità anche nelle situazioni più stressanti, una competenza che i leader aziendali possono adottare per migliorare la gestione delle emergenze e la risoluzione dei problemi.
La leadership nel contesto delle forze speciali va oltre il semplice comando; richiede empatia, motivazione e la capacità di guidare. Le tecniche di leadership militare possono essere particolarmente utili nel mondo aziendale per costruire team coesi e orientati agli obiettivi. Il leader che sa ispirare fiducia e motivare i suoi collaboratori è in grado di ottenere prestazioni elevate anche in circostanze difficili.
Trasferire queste abilità dal campo militare al contesto professionale non solo aumenta l'efficacia operativa di un'organizzazione ma contribuisce anche a formare leader capaci di gestire situazioni di crisi con competenza e determinazione.
L'articolo continua nel prossimo post. Per leggerlo cliccare qui.
Otto punti per una vita vissuta nella felicità e nell'abbondanza
Rifiuto come rinascita: altre 4+1 lezioni da un esperimento di vita
Che differenza c’è tra il GemuxHub e la Casa Bianca?
Responsabilità e ruoli in azienda: sette aree chiave di risultato per valutarsi
L'addestramento per le forze speciali può ispirare la vita professionale e lavorativa? (PARTE 2)
Sono Sebastiano Marchesi, attualmente al terzo anno di Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano e in stage presso Gemux s.r.l. Di recente, abbiamo avuto un incontro con binnova, una società di consulenza integrata, che punta a fare la differenza nella società e nel business.
La mission di binnova è sbloccare il potenziale nascosto di individui e organizzazioni. E lo fa non solo affrontando problemi aziendali interni, ma elevando i suoi clienti a eccellere nei loro settori, preparandoli ad essere a prova di futuro.
Inizialmente, ero affascinato, ma anche un po' scettico, dalle promesse che sembravano quasi troppo ambiziose. Tuttavia, l'introduzione di Arxivar, un software per la gestione digitale delle informazioni, ha iniziato a chiarire le cose.
Questo software presenta un'interfaccia utente amichevole, ma sottostante c'è una struttura complessa e altamente efficiente.
Dopo una breve presentazione sul suo funzionamento e sulle sue potenzialità (supportata da esempi pratici e dati) sono rimasto colpito dall'ampiezza delle sue applicazioni.
Arxivar permette realmente di modellare i processi in vari settori, come, ad esempio, il metalmeccanico o l'immobiliare, attraverso un sistema a blocchi.
La sua flessibilità e la sua capacità di integrarsi con altre applicazioni, gestire e-mail, scannerizzare immagini, inviare notifiche, e persino interagire con sistemi gestionali per automatizzare ordini di acquisto, sono impressionanti.
Naturalmente, l'efficacia di Arxivar dipende dalla precisa definizione dei processi e delle variabili coinvolte, un lavoro difficilmente automatizzabile e che richiede tutto la capacità di entrare nei dettagli e l’attenzione che solo un essere umano è in gardo di garantire.
La prova è stata l’esercitazione pratica svolta nel corso dell'ultimo segmento dell'incontro. Abbiamo infatti creato un'applicazione di prova dove Arxivar inviava una notifica al telefono in caso di anomalie nel processo produttivo.
Nonostante la semplicità dell'esempio, il software ha efficacemente dimostrato il suo potenziale.
Da ultimo una mia considerazione personale: uscendo dall'incontro, riflettevo sulla vasta gamma di applicazioni possibili e su come Arxivar potrebbe risolvere innumerevoli problemi aziendali se impiegato correttamente.
Non ho ancora l’esperienza necessaria a fare una valutazione manageriale ma, almeno come impressione, ritengo che questo software potrebbe rappresentare una rivoluzione nella gestione aziendale.
Vivere una vita di felicità e abbondanza non è solo una questione di avere più risorse materiali, ma anche di coltivare una mentalità e uno stile di vita che massimizzano la nostra gioia, soddisfazione e crescita personale. Questo articolo esplorerà otto strategie fondamentali che possono trasformare il modo in cui viviamo e percepiamo il nostro potenziale.
Vivere una vita felice non significa affatto seguire ciecamente una serie di indicazioni che qualcun altro può fornire, al contrario richiede un impegno costante nel riflettere su sé stessi e nel prendere decisioni consapevoli che rispecchiano i nostri valori più profondi. Tuttavia, adottando questi otto principi, possiamo confrontarci con una sorta di bussola, una guida (interiore) per costruire una vita piena di crescita, soddisfazione e significato.
"Se puoi sognarlo, puoi farlo." - Walt Disney*
La prima tappa del nostro viaggio verso l'abbondanza inizia con la capacità di immaginare e visualizzare la vita che desideriamo. Questo processo non riguarda solo il desiderare passivamente, ma anche prendere un ruolo attivo nel costruire quella realtà. È essenziale eliminare le distrazioni e concentrarsi su ciò che è veramente importante per noi. Determina quali sono i tuoi valori fondamentali e allinea le tue azioni per raggiungere gli obiettivi che rispecchiano queste priorità.
*La frase in questione fu originariamente pronunciata da Tom Fitzgerald, un progettista impiegato presso la Disney. Tuttavia, essendo Walt Disney il fondatore e il volto rappresentativo dell'azienda, la citazione venne erroneamente attribuita a lui nonostante essa non sia autenticamente sua.
“Credo che solo una cosa renda impossibile la realizzazione di un sogno: la paura di fallire!" - Paulo Coelho
Crescere significa spesso uscire dalla propria zona di comfort. Questo può significare mettersi in situazioni nuove e a volte scomode, che pur non essendo rischiose o pericolose, ci spingono a superare i nostri limiti autoimposti. Attraverso queste esperienze, impariamo a fidarci di noi stessi e a sviluppare nuove competenze. Ogni passo fuori dalla nostra comfort zone è un passo verso una maggiore autoefficacia.
"Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso" - Madre Teresa
Essere compassionevoli e gentili con gli altri e con noi stessi è una pratica che rafforza le relazioni e migliora il nostro benessere emotivo. Mostrare interesse e tolleranza, e ascoltare attivamente chi ci circonda, non solo crea legami più profondi, ma aumenta anche la nostra autostima e felicità. Questa pratica può essere potenziata imparando a essere presenti e partecipativi in ogni interazione.
"Il fallimento non è l'opposto del successo, ma parte di esso." - Arianna Huffington
Riconoscere e ammettere i propri errori è fondamentale per la crescita personale e interpersonale. Mantenere l'umiltà e accettare di non avere sempre ragione ci permette di apprendere dagli altri e dalle circostanze, anziché rimanere intrappolati nella nostra egoistica percezione.
“In questo decennio abbiamo scelto di andare sulla luna e di fare cose simili, non perché era facile, ma perché era difficile”. - John F. Kennedy
Molte volte, sono le nostre convinzioni limitanti più dei nostri errori effettivi a bloccarci. È vitale sfidare questi pensieri negativi e non permettere loro di impedirci di tentare nuove esperienze. Questo concetto solleva una questione fondamentale: spesso, non sono tanto gli ostacoli esterni, ma piuttosto le barriere mentali autoimposte che ci impediscono di raggiungere il nostro pieno potenziale. Pensare, ad esempio, che una situazione, un compito, una persona, sia troppo difficile da affrontare. Le convinzioni limitanti, come il timore di fallire, la paura del giudizio altrui o la convinzione di non essere abbastanza bravi, possono avere un impatto significativo sulle nostre azioni e sulle decisioni che prendiamo.
Affrontare e sfidare questi pensieri negativi è fondamentale per liberare il nostro potenziale e aprire la strada a nuove possibilità. È un processo che richiede introspezione e, spesso, il coraggio di mettersi in discussione.
Conosci te stesso - Socrate
La vera umiltà nasce dalla conoscenza di sé. Conoscere i propri punti di forza e i propri limiti ci permette di agire con fiducia e senza arroganza. L'arroganza spesso nasconde insicurezze, mentre l'umiltà dimostra una solida fiducia in sé stessi e rispetto per gli altri.
"La vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti." - John Lennon
Dedicare tempo a ciò che ci rende felici e ci carica di energia è essenziale per una vita felice. Incorporare momenti di gratificazione immediata nella nostra routine quotidiana può migliorare la nostra produttività e il nostro stato d'animo. Essere presenti, sia mentalmente che fisicamente, nelle attività che compiamo ogni giorno aumenta la nostra capacità di godere pienamente della vita.
Ma perché è così difficile vivere nel presente? Gli adulti tendono spesso ad essere ancorati al passato o proiettati nel futuro. Questo significa che possono essere influenzati dai ricordi delle esperienze passate o preoccuparsi per eventi futuri.
I bambini, al contrario, tendono a vivere nel momento presente molto più intensamente e completamente. Questo avviene perché hanno un passato meno esteso e un concetto meno definito del futuro. Non avendo una lunga storia personale da cui attingere o molte preoccupazioni per il futuro, i bambini sono generalmente più capaci di immergersi completamente nelle esperienze attuali.
Questa capacità di vivere nel momento è spesso vista come una forma di presenza mentale o "mindfulness", che molti adulti cercano di riacquistare attraverso varie pratiche di meditazione e consapevolezza.
“La vita è troppo breve e il tempo è troppo prezioso per sprecarlo con persone stupide” - Voltaire
Infine, dedicare tempo e attenzione a chi amiamo e a ciò che ci sta a cuore è cruciale. Concentrarsi su ciò che conta davvero può aiutarci a vivere una vita più ricca e soddisfacente. Il tempo è limitato, e ogni momento passato con le persone care è prezioso.
“Credo che lo scopo della vita sia essere felici. Fin dalla nascita, ogni essere umano aspira alla felicità e cerca di evitare la sofferenza. Non c’è cultura, educazione o ideologia che possano cambiare questo dato di fatto: nel profondo del nostro cuore, la sola cosa che desideriamo è la felicità”. Questa frase, di Tenzin Gyatso, il 14° Dalai Lama, cattura una profonda verità sulla ricerca universale dell'umanità per il benessere e la realizzazione personale. È una riflessione che tocca l’universalità del desiderio di felicità, un'aspirazione che accomuna tutti gli esseri umani, a prescindere dalla loro cultura, religione o estrazione sociale.
La felicità è presentata come uno stato di benessere interiore profondo e duraturo e sottintende la responsabilità individuale nella sua realizzazione. Evidenziando l'importanza delle scelte personali e delle azioni che ciascuno può intraprendere per favorirla.
In questo contesto, la ricerca della felicità è vista come un viaggio interiore di crescita personale, che richiede introspezione e autoconsapevolezza e lo sviluppo di qualità positive come la compassione, la gratitudine e la resilienza.
Vivere una vita felice non significa seguire ciecamente una serie di passi; richiede un impegno costante nel riflettere su sé stessi e nel prendere decisioni consapevoli che rispecchiano i nostri valori più profondi. Adottando questi otto principi, possiamo costruire una vita piena di crescita, soddisfazione e significato.
La felicità non è una destinazione finale, ma di un percorso continuo che richiede impegno, dedizione e la volontà di imparare e crescere come persone.
Insomma… la vita è un viaggio, non una destinazione. Quindi: godiamoci ogni momento del viaggio.
Image credits: lL’immagine di Madre Teresa è di
Rajasekharan Parameswaran, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia CommonsL’immagine del Presidente Kennedy è di
Cecil Stoughton, White House, Public domain, via Wikimedia CommonsRifiuto come rinascita: lezioni da un esperimento di vita
Trasforma il tuo lavoro in gioco e vai oltre il successo
Responsabilità e ruoli in azienda: sette aree chiave di risultato per valutarsi
Nel mio ultimo anno di ingegneria meccanica, ho completato uno stage di 400 ore presso Gemux, acquisendo ulteriori competenze tecniche e, praticamente ex novo, alcune capacità organizzative. Ho lavorato su progetti significativi assieme a progettisti senior e tecnici d’officina, arricchendo la mia formazione con competenze trasversali e, dulcis in fundo, con conoscenze sull'industria 4.0 grazie alla partecipazione ai corsi MADE.
Sono Alberto Centemeri, uno studente al quarto anno di ingegneria meccanica presso il Politecnico di Milano, e ho recentemente completato uno stage di 400 ore in Gemux.
Durante questo periodo, ho avuto l'opportunità di applicare in concreto concetti chiave del mio percorso accademico, da disegno meccanico a lavorazioni meccaniche avanzate.
Il progetto principale cui ho lavorato mi ha inoltre permesso di collaborare con altri stagisti e di interagire con progettisti senior, acquisendo ulteriori conoscenze tecniche nel settore della meccanica.
Tra i vari ambiti di formazione un aspetto è stato particolarmente prezioso: lavorare a stretto contatto con gli operatori in officina mi ha consentito di vedere praticamente l'applicazione delle teorie studiate e, in tal modo, sviluppare un embrione di giudizio critico per riconoscerne limiti e potenziali miglioramenti.
Oltre agli aspetti puramente ingegneristici, ho appreso importanti nozioni sulla gestione aziendale, dall'amministrazione delle commesse all'uso dei sistemi gestionali. Ho anche partecipato a seminari sulle competenze trasversali tenuti da un consulente in risorse umane (prevalentemente sull'importanza delle abilità comunicative e di un approccio mentale adeguato a ogni situazione lavorativa) e, grazie al rapporto tra GemuxHub e Politecnico di Milano, ho potuto seguire alcuni corsi al MADE, il centro di ricerca del Politecnico. Corsi fondamentali per ottenere una panoramica sull'industria 4.0.
Dovessi definire l’esperienza dello stage in poche parole sicuramente andrebbero sottolineati tre punti sui quali mi sento di essere cresciuto:
Insomma: un’esperienza che giudico positiva e che probabilmente ha contribuito non poco a prepararmi al mondo del lavoro.
Uno studente di ingegneria recensisce Gemux
Una palestra per imparare a superare gli ostacoli e gli imprevisti
Farei volentieri un'altra esperienza lavorativa in questa azienda
In GemuxHub un percorso di crescita eccezionale
Ho incontrato professionisti di grande esperienza
L'ascolto empatico è un modo di ascoltare e rispondere agli altri che coinvolge una profonda comprensione emotiva. Questa forma di ascolto va oltre il semplice sentire le parole: si tratta di comprendere i sentimenti e le emozioni che stanno dietro le parole stesse. È un elemento fondamentale nelle relazioni interpersonali efficaci perché permette alle persone di sentirsi veramente ascoltate e comprese.
Partiamo da una semplice constatazione: la maggior parte delle persone non ascolta con l’intento di capire; ascolta con l’intento di rispondere.
Questa frase non è farina del nostro sacco, è tratta dalla regola numero 5 del libro The 7 Habits of Highly Effective People di Stephen R. Covey. Il libro, apparso in Italia con il titolo “Le 7 regole per avere successo” nel lontano 1989, rappresenta uno dei classici più duraturi nel campo della letteratura manageriale.
Ma, nonostante il suo successo come manuale, non si tratta di un manuale nel vero senso della parola, bensì di un approccio olistico che fornisce alcune linee guida su come vivere felicemente. Tale "metodo", quando applicato correttamente, aumenta la capacità di conseguire obiettivi sia personali che professionali e favorisce lo sviluppo di relazioni più solide, sia nella sfera privata che lavorativa.
Stephen R. Covey (1932-2012) è stato un'autorità di fama mondiale in ambito manageriale e di sviluppo personale. Attraverso i suoi libri e le conferenze, ha raggiunto milioni di persone. Il suo libro, "The 7 Habits of Highly Effective People", è stato tradotto in 40 lingue e ha venduto più di 40 milioni di copie.
Covey è stato anche cofondatore, insieme a Hyrum Smith, della Franklin-Covey, una delle principali società di consulenza per lo sviluppo della leadership a livello internazionale.
Tra i suoi altri lavori di successo pubblicati in Italia figurano "L'ottava regola" e "La leadership centrata sui principi".
Torniamo al tema dominante di questo articolo: la maggior parte delle persone, quando comunica, tende a focalizzarsi più sul parlare e su cosa dire piuttosto che sull'ascolto.
Covey ribalta il paradigma: sostenere che prima è necessario capire, e solo poi farsi capire, rivoluziona i paradigmi tradizionali della comunicazione. A ben vedere questo è un approccio alla comunicazione tanto semplice quanto rivoluzionario. E metterlo in pratica è più semplice di quanto si possa pensare: poni domande durante la conversazione, questo farà sentire l'interlocutore ascoltato, incentivandolo ad aprirsi e a comunicare in modo sincero e approfondito.
Di solito noi cerchiamo prima di tutto di farci capire.
Nella maggior parte dei casi, le persone non ascoltano con l’intenzione di capire; ascoltano con l’intenzione di rispondere. Parlano o, mentre “ascoltano” si preparano a parlare.
E, spesso, quando si preparano a parlare pensano a come filtrare qualsiasi cosa attraverso gli occhi della loro esperienza, inserendo la loro personale autobiografia nella vita degli altri.
Un esempio? A chi non è mai capitata una situazione simile a quella che Covey descrive con una visita oculistica?
Questo è l'errore fondamentale che commettiamo nelle conversazioni: offriamo soluzioni senza ascoltare attentamente, senza un vero ascolto. Giudichiamo senza realmente comprendere. E spesso ascoltiamo solo quello che già pensiamo di sapere. Ignorando, inoltre, tutte le comunicazioni non verbali che il nostro interlocutore ci invia.
Sapevi che in una conversazione le parole rappresentano meno del 10% del messaggio trasmesso? È per questo che i messaggi scritti sono spesso soggetti a fraintendimenti. Le parole, infatti, non sono in grado di trasmettere toni di voce o altri suoni.
Quando due persone non si capiscono ma desiderano farlo, spesso almeno una delle due suggerisce: "Incontriamoci e parliamone di persona". Questo perché, in una conversazione, il linguaggio del corpo incide per circa il 60%, i toni di voce e altri suoni per il 30%, e le parole per soltanto il 10%. Per questo motivo, spesso riusciamo a comprendere gli altri anche senza che questi pronuncino una parola.
L'ascolto empatico è un modo di ascoltare e rispondere agli altri che coinvolge una profonda comprensione emotiva. Questa forma di ascolto va oltre il semplice sentire le parole: si tratta di comprendere i sentimenti e le emozioni che stanno dietro le parole stesse. L'ascolto empatico, cioè un ascolto che presta attenzione a parole, gesti e toni vocali, ci permette di comprendere veramente l'altra persona, di guardare il mondo attraverso i suoi occhi.
Dando priorità all'ascolto empatico, forniamo all'individuo lo spazio psicologico necessario. Solo dopo aver ricevuto questa attenzione, la persona sarà realmente disposta ad aprirsi e, successivamente, ad ascoltare, facilitando così la risoluzione dei problemi.
La prossima volta che qualcuno si rivolge a te, metti da parte quello che stai facendo, posa il telefono e dedica tutta la tua attenzione al suo messaggio. Ascolta in modo empatico e cerca di comprendere appieno; solo dopo averlo fatto potrai formulare un'analisi e, se necessario, offrire un consiglio o una soluzione.
Ascoltare implica immedesimarsi, comprendere, verbalizzare i bisogni e le preoccupazioni dell'altra persona, facilitando la sua apertura e permettendole di esprimere i suoi timori e le eventuali conseguenze previste.
Quando ascolti, non basta solo tacere; è essenziale anche mettere in pausa i propri pensieri. Ascoltare significa resistere alla tentazione di formulare subito una risposta, prendendosi invece il tempo di comprendere veramente prima di reagire.
Ma non solo: questo concetto implica che per influenzare veramente qualcuno, è fondamentale prima comprendere a fondo la sua prospettiva, i suoi sentimenti e i suoi bisogni.
In sostanza, questo approccio comporta un ascolto in cui l'obiettivo non è solo rispondere o imporre il proprio punto di vista, ma essere aperti ad essere cambiati dalle informazioni e dalle emozioni condivise dall'altra persona.
In pratica, significa che dobbiamo essere disposti a essere modellati, almeno in parte, dalle interazioni che abbiamo con gli altri, per poter poi, a nostra volta, modellare efficacemente il nostro ambiente e le persone con cui interagiamo. Questo crea un ciclo di influenza reciproca che è fondamentale per le relazioni autentiche e profonde.
Dire che essere un buon ascoltatore implica aprirsi alla vulnerabilità significa riconoscere che un vero ascolto richiede più di una semplice ricezione passiva di parole. Ascoltare attivamente e con empatia comporta lasciare che le parole, le emozioni e le esperienze dell'altro influenzino i propri pensieri e sentimenti. Questo processo può renderci vulnerabili perché ci espone a idee, sentimenti e prospettive che possono sfidare o cambiare le nostre convinzioni e il nostro stato emotivo.
Quando ascoltiamo in questo modo, diamo all'altro la possibilità di avere un impatto significativo su di noi. Questo può comportare il rischio di sentirsi emotivamente esposti o incerti, ma è anche una componente chiave della crescita personale e della costruzione di relazioni profonde e significative. Ascoltare con vulnerabilità è un atto di coraggio che permette connessioni autentiche e reciproco arricchimento.
Nel GemuxHub abbiamo realizzato una guida per allenarsi ad ascoltare. Niente di complicato, sono solo una decina di domande che sarebbe il caso di porsi prima di intraprendere una qualsiasi conversazione. Ah… come ogni buon allenamento non basta farlo una volta sola… È la pratica costante che avvicina alla perfezione.
L'ascolto empatico rappresenta una chiave di volta nelle interazioni umane. Invece di precipitarsi a rispondere, dovremmo prima esercitare l'empatia, cercando di comprendere profondamente l'altro.
Attraverso un ascolto attento e consapevole, che considera parole, toni e linguaggio non verbale, possiamo realmente connetterci agli altri, superando incomprensioni e costruendo relazioni più solide e significative.
Questo approccio non solo arricchisce personalmente, ma trasforma anche il modo in cui influenziamo e siamo influenzati, portando a un'autentica crescita reciproca. Diventare ascoltatori empatici non è solo un'abilità, ma una scelta di vita che nutre ogni nostra interazione.
Rifiuto come rinascita: lezioni da un esperimento di vita
Rifiuto come rinascita: altre 4+1 lezioni da un esperimento di vita
Trasforma il tuo lavoro in gioco e vai oltre il successo
Che differenza c’è tra il GemuxHub e la Casa Bianca?
Responsabilità e ruoli in azienda: sette aree chiave di risultato per valutarsi
--
La missione principale di GemuxHub, nell’ambito dell’open innovation, è promuovere il trasferimento tecnologico, implementando applicazioni pratiche e innovative. Questo risultato si ottiene attraverso la cooperazione con le istituzioni educative, inclusi scuole e università, e attraverso la sinergia con altri hub di innovazione. Chiunque (studenti, scuole, aziende, istituzioni, …) fosse interessato a conoscere di più di GemuxHub può farlo chiedendo un contatto
La recensione di Gemux da parte di uno studente che ha appena completato il tirocinio. Mi chiamo Sebastiano Marchesi e sono uno studente di ingegneria meccanica al Politecnico di Milano. Recentemente ho completato un tirocinio di 400 ore presso Gemux, un'azienda che opera principalmente su commesse Engineer to Order (ETO). E questa è la mia recensione.
L'azienda dal punto di vista logico è strutturata in business unit mentre dal punto di vista fisico è strutturata su due piani: al pianterreno si trova l'officina, dove si eseguono le lavorazioni meccaniche che fanno parte dell’offerta aziendale.
Al primo piano, invece, sono situati gli uffici dove si gestiscono la progettazione, la commessa, gli aspetti commerciali e la gestione aziendale.
Sempre al primo piano trova spazio il GemuxHub, un centro dedicato alla formazione di studenti liceali e universitari per prepararli al mondo del lavoro.
Lavorare in Gemux comporta immergersi in un ambiente dinamico, dove ogni giorno si presentano nuove sfide. Per tenere il passo, è essenziale avere un forte spirito di adattamento e una grande volontà di collaborare e apprendere. Durante il tirocinio, le situazioni di stress sono frequenti, con informazioni spesso scarse e poco chiare. Ho capito, ma solo dopo qualche settimana, che l’obiettivo era proprio questo: vedere come gli studenti gestiscono questi momenti e, tuttavia, raggiungono gli obiettivi assegnati.
Queste sfide continue ci hanno messo sotto pressione, ma hanno anche rafforzato il mio carattere e mi hanno insegnato a gestire i problemi, a volte affrontandoli direttamente.
In questi mesi, sento di aver fatto significativi passi avanti, e nonostante le difficoltà, c'era sempre una guida a indicarmi la direzione. La scelta del percorso è stata mia, ma le persone incontrate in azienda sono state fondamentali per aiutarmi a comprendere e correggere la rotta. Non è stato sempre facile, ma grazie a iniziativa e coraggio sono cresciuto e mi sento più forte.
Sono orgoglioso dei progressi fatti e ora ho una maggiore fiducia nelle mie capacità e una più profonda comprensione del mondo del lavoro e delle sue dinamiche.
Avere responsabilità, rispettare scadenze, interagire con gli altri, aderire a criteri di lavoro e rappresentare l'azienda sono ora concetti che ho imparato a valorizzare. La fatica e i dubbi sono stati formativi, e la soddisfazione di aver superato le prove è stata immensa. Mi viene alla memoria un detto: "più alta è la montagna, più bella è la vista dalla cima". So che la mia montagna è ancora alta, ma questi mesi di intensa arrampicata mi hanno permesso di capire come salire più rapidamente.
--
La missione principale di GemuxHub, nell’ambito dell’open innovation, è promuovere il trasferimento tecnologico, implementando applicazioni pratiche e innovative. Questo risultato si ottiene attraverso la cooperazione con le istituzioni educative, inclusi scuole e università, e attraverso la sinergia con altri hub di innovazione. Chiunque (studenti, scuole, aziende, istituzioni, …) fosse interessato a conoscere di più di GemuxHub può farlo chiedendo un contatto
Questa seconda parte dell’articolo si propone di esplorare ulteriormente la prospettiva sul rifiuto.
Nonostante nuove considerazioni il concetto rimane il medesimo: il rifiuto non va vissuto come una condanna, ma come un'opportunità per apprendere e avanzare verso i propri obiettivi.
Nella prima parte dell'articolo, abbiamo esplorato come trasformare il rifiuto in un'opportunità di crescita personale e professionale. Lo spunto è stato il racconto dell'esperienza di Jia Jiang, che attraverso il suo esperimento "100 Days of Rejection" ha cercato di superare la paura del rifiuto.
Abbiamo finora visto come Jiang ha dimostrato che il rifiuto può essere un potente motore di sviluppo, portando a una profonda auto-riflessione e miglioramento.
Questa seconda parte dell’articolo si propone di esplorare ulteriormente la prospettiva sul rifiuto.
Nonostante nuove considerazioni il concetto rimane il medesimo: il rifiuto non va vissuto come una condanna, ma come un'opportunità per apprendere e avanzare verso i propri obiettivi.
Un rifiuto può trasformarsi in una delle motivazioni più potenti per raggiungere un obiettivo. È un incentivo a non arrendersi.
La motivazione derivante da un rifiuto è un aspetto molto potente e spesso sottovalutato del processo di apprendimento e crescita personale. Quando siamo rifiutati, abbiamo due scelte: lasciarci abbattere o utilizzare quella esperienza come trampolino di lancio per un'ulteriore determinazione. In questo senso, il rifiuto può servire come un forte stimolo a rivedere e migliorare i nostri piani o le nostre strategie, motivandoci a dimostrare a noi stessi e agli altri che possiamo superare gli ostacoli. Questo tipo di motivazione è particolarmente prezioso perché nasce da una sfida personale intensa, spingendoci spesso oltre i limiti che pensavamo di avere.
Affrontare e superare un rifiuto è un efficace stimolo per perfezionare un'idea o un prodotto.
L'automiglioramento attraverso il rifiuto è una prospettiva incredibilmente potente e costruttiva. Questo approccio trasforma una situazione potenzialmente negativa —essere respinti — in un'opportunità per riflettere criticamente sulle proprie idee o prodotti.
Il rifiuto può servire come uno specchio che mostra non solo cosa non funziona, ma anche come potrebbe essere migliorato. Inoltre, può stimolare la creatività e spingere a esplorare nuove soluzioni o modifiche che forse non si sarebbero considerate in assenza di ostacoli. L'automiglioramento è quindi un risultato naturale del processo di apprendimento e adattamento che segue al rifiuto, il che lo rende un aspetto essenziale per il successo e l'innovazione continui.
A volte, un rifiuto può essere una benedizione, specialmente se l'idea è rivoluzionaria e si discosta dalle convenzioni sociali prevalenti.
Molte idee che oggi consideriamo rivoluzionarie o pietre miliari nella storia umana, in realtà, al loro esordio, sono state accolte con scetticismo o addirittura respinte. Questo avviene perché l'originalità sfida lo status quo e introduce nuovi modi di pensare o fare che possono sembrare estranei o minacciosi agli occhi di chi è radicato nelle tradizioni o nelle norme prevalenti. Il rifiuto, quindi, non è necessariamente un segnale di fallimento, ma può essere un indicatore che un'idea è veramente innovativa e potrebbe necessitare di tempo per essere accettata e valorizzata.
Affrontare situazioni difficili può rafforzare il carattere, preparando l'individuo a perseguire obiettivi più significativi.
La forza di carattere si costruisce spesso attraverso le sfide e le avversità. Quando una persona affronta situazioni difficili, non solo impara a gestire lo stress e l'incertezza, ma sviluppa anche resilienza, una qualità essenziale per superare future difficoltà. Questo processo di affrontare e superare gli ostacoli non solo rafforza il carattere, ma può anche ampliare la visione dell'individuo, rendendolo più capace e determinato nel perseguire obiettivi di grande rilievo.
Il rifiuto è un'esperienza comune. Comprendere il dolore altrui può aumentare la nostra empatia e connessione emotiva con gli altri.
Il riconoscere e accettare il dolore che spesso accompagna un rifiuto, sia esso professionale o personale, aiuta a sviluppare una maggiore empatia e comprensione nei confronti degli altri. Questo tipo di coinvolgimento emotivo non solo facilita connessioni più profonde, ma può anche insegnarci a gestire meglio le nostre future interazioni, rendendoci più consapevoli delle reazioni emotive altrui e più attenti nel modo in cui comunichiamo i nostri pensieri e decisioni.
Utilizzare i rifiuti ripetuti come misura delle proprie convinzioni e della propria determinazione può preparare la strada a grandi successi.
La capacità di attribuire valore ai rifiuti ripetuti è una strategia resiliente e motivante. Considerare ogni "no" come un test delle proprie convinzioni e della propria determinazione trasforma i momenti di fallimento apparente in importanti lezioni di vita. Piuttosto che scoraggiarsi di fronte al rifiuto, valutarlo come un'occasione per riaffermare o riflettere sui propri obiettivi può essere estremamente costruttivo. Questo processo non solo rinforza la volontà di perseverare, ma può anche chiarire e affinare ulteriormente gli obiettivi e le strategie, preparando l'individuo a cogliere successi futuri.
I rifiuti più dolorosi possono segnare un nuovo inizio e diventare il punto di partenza per una missione personale di cambiamento.
Questa idea suggerisce che i momenti di maggiore difficoltà possono fungere da catalizzatori per un cambiamento significativo. Invece di lasciarsi sopraffare dal dolore e dalla delusione, utilizzare questi momenti come punto di partenza per una missione di auto-miglioramento o per perseguire nuovi obiettivi può dare un senso e una direzione nuovi alla vita di una persona. Questo approccio proattivo non solo aiuta a superare il dolore del rifiuto, ma può anche sbloccare potenziali inesplorati, conducendo a crescita, innovazione e, infine, a realizzazioni personali più profonde e significative.
Superare la paura del rifiuto libera la possibilità di chiedere ciò che desideriamo, aprire porte inaspettate e iniziare nuovi percorsi.
Il concetto di "libertà di chiedere" tocca un punto delicato nello sviluppo personale e professionale. Molte volte, il timore del rifiuto ci impedisce di esprimere desideri e bisogni, limitando le nostre opportunità. Superare questa paura può effettivamente aprire nuove porte e portare a percorsi inaspettati. Avere il coraggio di chiedere, nonostante la possibilità di un "no", amplia il campo delle possibilità e può portare a risultati sorprendenti, sia nella vita personale che professionale.
Trovare l'auto-accettazione è cruciale. Dobbiamo imparare a non dipendere costantemente dall'approvazione altrui.
Il concetto di "libertà di accettare sé stessi" è profondamente liberatorio e fondamentale per lo sviluppo personale. Trovare l'auto-accettazione significa riconoscere e valorizzare la propria identità, i propri valori e le proprie capacità senza dipendere dall'approvazione esterna. Questa indipendenza emotiva non solo rafforza la sicurezza in sé stessi, ma facilita anche la capacità di affrontare i rifiuti e le critiche in modo più resiliente. Quando non siamo ancorati al giudizio altrui, possiamo perseguire i nostri obiettivi con maggiore autenticità e coraggio, adattandoci e crescendo attraverso le sfide senza perdere la nostra essenza.
Concentrarsi su ciò che possiamo controllare, come i nostri sforzi e azioni, e mantenere una distanza emotiva dagli esiti incontrollabili come l'accettazione o il rifiuto, ci permetterà di avere maggior successo a lungo termine.
Questa strategia di essere indifferenti ai risultati è fondamentale per mantenere un equilibrio emotivo e un approccio sano verso gli obiettivi personali e professionali. Concentrarsi su ciò che possiamo controllare — come il nostro impegno, la preparazione e la perseveranza — e non lasciarsi sopraffare dai risultati, che spesso sono influenzati da fattori esterni fuori dal nostro controllo, ci permette di rimanere motivati e proattivi.
Adottare questo atteggiamento non solo aiuta a ridurre lo stress e l'ansia che possono derivare dall'incertezza degli esiti, ma permette anche di imparare e crescere indipendentemente dai risultati. Questo approccio può portare a una maggiore resilienza e a un successo più duraturo, poiché non ci si arrende dopo i fallimenti, ma si continua a lavorare verso il miglioramento continuo.
Molto più spesso di quanto possiamo immaginare non siamo noi a subire un rifiuto, siamo invece quelli che lo impongono ad altri. Si pone dunque il problema di come fare a dire di no.
Il viaggio attraverso il rifiuto, come dimostra l'esperimento di vita di Jia Jiang, non è solo una prova di resistenza, ma una porta aperta verso il miglioramento personale e la scoperta di sé. Ogni rifiuto, con le giuste prospettive e reazioni, può diventare un'occasione unica per riflettere, rinnovarsi e rilanciarsi con maggiore forza e saggezza. Attraverso la pratica di affrontare e gestire il rifiuto, possiamo non solo superare le nostre paure, ma anche spianare la strada per successi futuri, rendendoci più resilienti, creativi e determinati. Rifiuto come rinascita non è solo un concetto, ma un cammino di trasformazione che ognuno di noi può intraprendere.
Rifiuto come rinascita: lezioni da un esperimento di vita
Rifiuto come rinascita: altre 4+1 lezioni da un esperimento di vita
Trasforma il tuo lavoro in gioco e vai oltre il successo
Che differenza c’è tra il GemuxHub e la Casa Bianca?
Responsabilità e ruoli in azienda: sette aree chiave di risultato per valutarsi
--
La missione principale di GemuxHub, nell’ambito dell’open innovation, è promuovere il trasferimento tecnologico, implementando applicazioni pratiche e innovative. Questo risultato si ottiene attraverso la cooperazione con le istituzioni educative, inclusi scuole e università, e attraverso la sinergia con altri hub di innovazione. Chiunque (studenti, scuole, aziende, istituzioni, …) fosse interessato a conoscere di più di GemuxHub può farlo chiedendo un contatto
L'Internet delle cose (IoT), è un termine nato nel settore delle telecomunicazioni e dell'informatica per descrivere come internet si estenda agli oggetti e ai luoghi del mondo reale. Gli oggetti acquisiscono un'identità digitale che permette loro di interagire con altri dispositivi nella rete e offrire servizi agli utenti.
Sono Sebastiano Marchesi, studente di terzo anno di Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano e attualmente tirocinante presso Gemux s.r.l.
Recentemente, ho partecipato a un corso di tre giorni su IoT presso il MADE e questo è il racconto della mia esperienza. Tuttavia, prima di addentrarci nell’esperienza vera e propria, due premesse sono doverose.
Ad oggi le principali applicazioni di IoT sono molteplici sia in ambito casa, personale come smart watch ed industriale. Nelle aziende c’è un focus sull’ottimizzazione, efficientamento e manutenzione di processi industriali. Una delle potenzialità dell’IoT consiste proprio nel poter monitorare avendo alla mano dati reali, diversi tipi di setup dei macchinari e simularne la produttività ed il ciclo vita senza dover operare sul macchinario reale. Per realizzare questa rappresentazione è necessario abbinare all’IoT un Digital Twin (gemello digitale) che viene tratto all’interno di un altro corso apposito sempre al MADE.
Durante i primi due giorni del corso, l'approccio è stato principalmente teorico. Abbiamo appreso le basi dell'IoT ed esplorato alcuni casi di studio. L'ultimo giorno, invece, è stato dedicato a un laboratorio pratico, dove abbiamo potuto applicare le conoscenze teoriche per assemblare e programmare un sistema IoT.
Le lezioni hanno coperto l'utilità dell'IoT e le sue applicazioni in vari settori, evidenziando come qualsiasi dispositivo capace di trasmettere dati possa essere integrato in un sistema di monitoraggio e comunicazione. Il docente, Mattia Cerutti, direttore operativo del reparto IoT all’interno del MADE, ha sottolineato l'importanza dell'interoperabilità, spiegando come gli oggetti diventino digitali e comunichino tra loro tramite connessioni invisibili, scambiandosi dati in tempo reale per adattare il loro comportamento.
Abbiamo anche discusso le principali applicazioni dell'IoT, che spaziano dall'ambito domestico all'industriale, concentrandoci sull'ottimizzazione dei processi industriali tramite la manutenzione preventiva e il monitoraggio in tempo reale, grazie anche all'uso dei Digital Twins.
Cerutti ha voluto che noi ci focalizzassimo sul verbo interoperare perché questo descrive le potenzialità dell’IoT, gli oggetti assumono natura digitale e come alberi comunicano tra di tra di loro attraverso una serie di connessioni che sono nascoste all’occhio umano e si scambiano dati in tempo istantaneo o quasi ed in base a questi sono in grado di cambiare il loro comportamento. L’interoperatività si forma dal connubio tra oggetti intelligenti, capaci di interagire con sé stessi, l’ambiente circostante ed elaborare dati e Reti intelligenti che permettono la comunicazione e condivisione con dispositivi anche di diversa natura.
Infine, nel laboratorio abbiamo utilizzato dispositivi come Raspberry Pi con il software Node-RED, un dispositivo Shelly e una lampadina collegata a un sensore di temperatura. Questa esperienza pratica mi ha permesso di vedere direttamente le potenzialità dell'IoT nell'interconnettere dispositivi e nel gestire le operazioni in base ai dati rilevati, come il controllo dell'accensione di una lampadina basato sulla temperatura rilevata.
Grazie a questa esperienza, sono ora meglio attrezzato per contribuire efficacemente al campo dell'ingegneria meccanica e ai futuri progetti di digitalizzazione che incontrerò nel mio percorso professionale.
--
La missione principale di GemuxHub, nell’ambito dell’open innovation, è promuovere il trasferimento tecnologico, implementando applicazioni pratiche e innovative. Questo risultato si ottiene attraverso la cooperazione con le istituzioni educative, inclusi scuole e università, e attraverso la sinergia con altri hub di innovazione. Chiunque (studenti, scuole, aziende, istituzioni, …) fosse interessato a conoscere di più di GemuxHub può farlo chiedendo un contatto
Condividiamo la relazione di Filippo Domini sulla sua partecipazione al corso, sponsorizzata da Gemuxhub, relativo alla manutenzione smart
Il 26 marzo, io e il mio collega Alberto Centemeri abbiamo partecipato a un corso organizzato dal MADE riguardante la manutenzione smart.
MADE4.0 è un Competence Center per l'Industria 4.0, sviluppato con il supporto del Ministero Italiano dello Sviluppo Economico (MISE), che funge da fabbrica digitale per orientare e formare PMI italiane nella transizione verso impianti intelligenti e sostenibili. Il centro offre un'ampia gamma di conoscenze, metodi e strumenti per supportare le aziende nella loro evoluzione digitale, promuovendo competitività e sostenibilità.
Il corso sulla manutenzione smart mirava ad esplorare le strategie per ottimizzare le prestazioni degli impianti mediante una gestione della manutenzione efficace e strutturata, incrementare la qualità della produzione, ridurre i tempi di inattività delle macchine, diminuire i costi e i tempi grazie a un processo produttivo più efficiente.
Come da schema allegato esistono principalmente tre categorie di manutenzione: correttiva, preventiva e migliorativa.
Forti di questa semplice ma importante classificazione, abbiamo esplorato diverse strategie per l'analisi dei guasti, tra cui la FMECA (Failure Mode, Effects and Criticality Analysis), che – in particolare - aiuta a prevedere l'evoluzione e l'impatto dei guasti. Gli strumenti standard utilizzati in questo contesto hanno incluso l'FTA (Fault Tree Analysis), l'ETA (Event Tree Analysis) e la CCA (Cause Consequence Analysis), utili sia per l'analisi qualitativa che quantitativa del rischio.
L'FTA, in particolare, serve a identificare e analizzare le cause di un evento indesiderato principale, organizzando le informazioni in un diagramma ad albero che mostra le relazioni logiche tra le cause e l'evento.
Questo strumento può essere usato per identificare le cause di un guasto, calcolare la probabilità di un evento o durante la progettazione per migliorare la sicurezza degli impianti.
Ecco perché il corso si è doverosamente concluso con un laboratorio pratico dove ogni gruppo ha creato un fault tree personalizzato su un argomento specifico di interesse aziendale.
Questa esperienza formativa incentrata sulla manutenzione smart ha notevolmente arricchito sia la mia comprensione teorica che le competenze pratiche nel campo. Attraverso l'analisi di diverse strategie di manutenzione e l'uso di strumenti avanzati, il corso ha equipaggiato i partecipanti con gli “attrezzi” necessari per ottimizzare le prestazioni degli impianti, garantendo produzioni più efficienti e sostenibili.
Il laboratorio pratico finale ha ulteriormente consolidato queste conoscenze, permettendoci di applicare concretamente ciò che abbiamo imparato.
--
La missione principale di GemuxHub, nell’ambito dell’open innovation, è promuovere il trasferimento tecnologico, implementando applicazioni pratiche e innovative. Questo risultato si ottiene attraverso la cooperazione con le istituzioni educative, inclusi scuole e università, e attraverso la sinergia con altri hub di innovazione. Chiunque (studenti, scuole, aziende, istituzioni, …) fosse interessato a conoscere di più di GemuxHub può farlo chiedendo un contatto